Le farine di insetti, la nuova alimentazione
Le farine di insetti i pro e i contro
Le farine di insetti dal 1 gennaio 2017 possono essere utilizzate per creare alimenti in tutta Europa.
Queste farine sono una novità, non solo per l’alimentazione delle persone, ma anche per la loro composizione.
La farina di insetti estratta dal baco da seta è proteina pura, non contiene carboidrati e grassi, questi animali sono molto simili ai crostacei.
I valori nutrizionali del grillo (Acheta domenstica – Gryllus assimilis) variano a seconda della dieta, in media forniscono per ogni grammo 5, 34 Kcal, proteine 64%, grassi 13%, fibre 9,4% .
Per produrre 1 kg di carne si usano 2 kg di mangime a differenza dei bovini che usano 8 – 10 kg di foraggio per produrre 1 kg di carne.
Inoltre gli insetti, hanno bisogno di pochissima acqua, gli escrementi e la produzione di CO 2 sono millesimali in confronto ai bovini.
Le farine di insetti non contengono glutine, sono altamente proteiche quindi adatte a nutrire le persone e sono un ottimo alimento per le persone che si sottopongono a regimi dimagranti.
Molte persone però sono diffidenti a questi nuovi alimenti che oggi possiamo trovare in preparazioni alimentari e al ristorante.
Insetti di mare
Gli insetti di terra possono anche essere comparati agli insetti di mare come gamberi, aragoste , astici, granchi, scampi e cicale ed allora ci si chiede: perché non provare anche gli insetti di terra?
Le persone che li hanno provati assicurano che siano ottimi, ma bisogna tener conto che questi alimenti sono altamente proteici ed allora bisogna sapere se il corpo umano ha gli enzimi per digerire questi animali?
Allergie ed intolleranze alimentari
I crostacei sono anche gli alimenti che, in età adulta, provocano il maggior numero di allergie, quindi chi ci assicura che gli insetti non provochino anche loro allergie o intolleranze alimentari?
La Legge Europea è stata fatta in base a sperimentazioni sulla commestibilità dell’alimento, ma non ci può dire se provoca o provocherà allergie o intolleranze.
Quando il “grano Cappelli” fu sottoposto a mutazione genetica con irradiazione ed incrociato con un grano americano si creò il “grano Creso”, il Prof. Pecchiai ipotizzo che questa mutazione avrebbe potuto portare ad una intolleranza, oggi la celiachia e l’intolleranza al frumento sono in aumento.
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