“Persea americana” o avocado
Persea americana un frutto grasso
“Persea americana” o avocado ha una composizione differente alla frutta che siamo soliti mangiare.
L’avocado contiene pochissimi carboidrati ed è composto principalmente di grassi, pochi zuccheri e proteine.
Le chilocalorie di questo frutto, sono la maggior la parte, di origine lipidica e seconda delle varietà e le tabelle riportano valori discordanti perché, il contenuto di grassi, varia a seconda del tipo di frutto.
Varietà della “Persea americana”:
“Margarida”, circa 45 kcal ogni 100 g di prodotto è la più apprezzata per le diete dimagranti,
“Fortuna” 67 kcal per 100 g di frutto, il migliore da consumarsi al naturale,
“Geada” usato per preparare creme e dessert, 91 kcal ogni 100 g
“Manteiga” a forma di pera, con pochissime fibre e polpa molle, ha 170 kcal per 100 g di prodotto, in questo frutto troviamo circa 15 grammi di grassi ogni 100 grammi è quello commercializzato in Europa.
“Hass”, di origine Messicana, è coltivata anche in Italia ed Israele.
Proprietà
Le sue proprietà sono innumerevoli, ma per avere il massimo dei benefici bisogna saper combinare, questo prezioso frutto, con gli alimenti.
I grassi contenuti nell’avocado sono: monoinsaturi circa 11.5 g, acidi saturi 2 g, polinsaturi 2 g , non contiene colesterolo.
Le proteine sono 2,5 g e i carboidrati 7 g.
I carboidrati sono legati a fibre e solo 2 g sono puri, per questo il suo indice glicemico è 10, più basso di quello della mandorla che è 15.
Questo frutto non innalza la glicemia perchè ha uno zucchero chiamato “D – mannoheptulose”
Questo zucchero riesce ad inibire sia la sintesi che il rilascio dell’insulina.
Contiene : Potassio, Cálcio, Fosforo, Ferro, Sodio, Vit A, C, B6, B12, D, e fibre alimentari.
Le fibre sono circa 7 g, il 25% di queste sono solubili, le rimanenti insolubili.
La “Persea americana” ha un’attività diuretica grazie al suo alto contenuto di Potassio, superiore a quello della banana ed ha un basso contenuto di Sodio,
Oltre il 70% delle calorie sono dovute all’acido oleico, acido monoinsaturo, il componente principale dell’olio d’oliva, per questo è indicato alle persone che soffrono d’ipertensione ed aiuta la diminuzione dei valori emetici di colesterolo e trigliceridi.
Contiene anche acido linoleico, un lipide essenziale e acido palmitico con un valore inferiore a quello dell’olio d’oliva.
Il basso contenuto di zucchero, le fibre contenute, l’attività diuretica e saziante fanno di questo frutto un alimento che può essere usato nelle diete dimagranti con le giuste combinazioni.
L’avocado, può essere associato ad altri alimenti che contengono naturalmente vitamine liposolubili e che abbisognano di un “carrier” per essere assorbite.
Aggiungendo l’avocado ad insalate o usando guacamole o preparando maionese o dessert a base di avocado, abbiamo un miglior assorbimento delle Vit A, D, E, K , contenute nella frutta o verdura o pesce.
Questo frutto contiene due antiossidanti la luteina e la zeaxantina, che migliorano la vista, riducono il rischio di cataratta e la degenerazione maculare.
Tumori
L’avocado contiene anche “Persenones A e B”, antiossidanti unici, inibitori del superossido (O2 ) e dell’ossido nitrico (NO).
“Persenones A e B” possono avere effetti protettivi contro l’infiammazione e il cancro.
Il Prof. P. Spagnuolo, dell’Università di Waterloo, in Canada, ha sviluppato con un farmaco chiamato Avocatin B, composto da un lipide derivato dal frutto di avocado, con attività citotossica per la leucemia mieloide acuta (LMA o LAM)
Questo farmaco colpisce le cellule staminali della leucemia e riduce l’attività.
Avocatin B non interferisce sulle altre cellule staminali.
Queste sono alcune delle proprietà del frutto dell’avocado.
Controindicazioni
L’avocado ha anche delle controindicazioni che non si devono trascurare.
La principale è quella di contenere carboidrati a catena corta che, alle persone sofferenti d’intestino irritabile, possono causare mal di stomaco, gonfiore, diarrea o stitichezza: sintomi molto simili all’intolleranza alimentare.
L’avocado è sconsigliato alle persone che hanno l’allergia al lattice perché, come banane e kiwi, possono dare la sindrome del lattice della frutta una cross reattività.
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Fonte
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